DALLE ORIGINI AL MEDIOEVO
Il
territorio fidardense era abitato già ben prima che i Romani
conquistassero le Marche (III - II secolo a.C.), come dimostrano alcune
tombe picene, rinvenute nella zona delle Fornaci, risalenti con certezza
al V – IV secolo a.C.
Dopo le invasioni barbariche, passata sotto il controllo longobardo, la
collina era ricoperta da un ampio manto boschivo cui si deve il toponimo
Valdum (dal longobardo wald, bosco) de Fico.
Il
Codice Bavaro riporta i confini dell’appezzamento: la strada
per Osimo, il fossato (identificabile con il Fossaccio) e la Strada
Traversa, a ridosso dell’insediamento romano emerso con i recenti
scavi.
Non lontano dal Valdum de Fico, poco dopo il Mille, sorse un castello
indicato come Castrum Guicardi o Giccardi e poi Castrum Ficardi o
Ficcardi. Il castello, come testimoniano i documenti ecclesiastici e la
Miscellanea Picena del Vogel, esisteva almeno fin dal 1139, menzionato
sotto vari nomi, il più illustre dei quali è ricordato
dall’appellativo “De Castro Ficardo”.
La fondazione della città è stata a lungo attribuita dagli storici
locali ad una iniziativa del forte comune osimano, ma il materiale
archeologico rinvenuto in alcuni scavi, attesta l’esistenza di stretti
legami con il porto di Numana, alla cui diocesi d’altra parte
Castelfidardo appartenne nei primi secoli della sua storia.
E’ comunque innegabile il rapporto con la vicina Osimo, senza però
dimenticare quello molto stretto con la città di Ancona. È documentato
infatti, che Castelfidardo (allora denominata Castrum Guicardi) offriva
ogni anno un “pallio” agli Anconitani
in segno di vassallaggio.
A
causa di questa stretta alleanza, dovette subire le conseguenze derivate
dall’invasione del Barbarossa nel 1174, quando il centro dorico fu
sottoposto ad un lungo assedio. Proprio in questa occasione gli Osimani
ebbero modo di sfogare il proprio astio nei confronti dei Fidardensi.
Guidati dal vescovo Gentile, nel 1193 trafugarono le reliquie dei santi
Vittore e Corona.
Nel 1196 il console ed il popolo di Castrum Giccardi giurarono fedeltà
al Vescovo Gentile, instaurando un rapporto di dipendenza con Osimo
rotto soltanto nel corso del XIII secolo. Fonti storiche documentano che
ci fu una serie di “incontri” e “scontri” con i centri limitrofi
proprio nel periodo in cui gran parte della popolazione italica si
schierava con l’Imperatore (i Ghibellini) o con il Pontefice romano (i
Guelfi). Le lotte si susseguirono fino al famoso Trattato di Polverigi,
voluto da Guarniero, governatore della Marca. Ma lotte e diatribe
ripresero per il continuo parteggiare ora per l’Imperatore ora per il
Pontefice. Ciò provocò la distruzione della città per mano di re Enzo
nel 1240.
Il secolo XIII vide anche il passaggio sul territorio di San Francesco
di Assisi, annunciatore di una vera pace nel turbinio di tanti tragici
eventi, e la costruzione del convento di San Francesco extra moenia
(come ricorda un documento del 1271).
XIV
– XV – XVI SECOLO
Nel XIV secolo, alla mai placata lotta tra guelfi e ghibellini, si
aggiunsero i lutti e le miserie legate alla comparsa delle compagnie
di ventura. Al soldo ora dell’uno ora dell’altro schieramento,
scorrazzarono per tutto il territorio della Marca.
In
questa caotica situazione, ben presto, ai liberi comuni si avvicendarono
le signorie. Sul territorio castellano ebbero influenza i Malatesta di
Rimini. Proseguendo lotte e vicissitudini, da Avignone fu inviato in
Italia il cardinale Egidio d’Albornoz che preparò la strada
al
ritorno di papa Urbano V a Roma nel 1366. Nel 1357 il cardinale riaffermò,
con le Costituzioni Egidiane, il potere dello Stato di Santa Romana
Chiesa sulla Marca e, quindi, su Castelfidardo, che classificò terra
parva, intendendo per terra il comune libero, non eretto a città.
Nel primo volume delle Riformanze castellane del 1412, vengono
individuati i confini con Osimo dalla parte dell’Aspio e con Recanati
sul Musone. Quest’ultima ripartizione sarà per lunghi anni motivo di
conflitti fino a che i Fidardensi accettarono, nel 1449, il protettorato
anconitano, terminato nel 1451 con il passaggio diretto della città
alla Chiesa.
Nel XV secolo il centro urbano è diviso in tre parti denominate Càssero,
Varugliano e Montebello. Intorno al 1484 si costruì un ponte levatoio
al Càssero, si rifece la cisterna del Varugliano, si riedificò il
ponte della Pescara e si affidò a Mastro Tiberio da Fabriano la
costruzione della Torre Comunale.
Nel
1513 la città fu messa a soqquadro dalle bande di Paolo Vitelli e nel
1517 da quelle di Francesco Maria dellaRovere,
duca di Urbino.
Nel 1550 si ratificò definitivamente l’atto di concordia con Osimo.
L’alleanza prevedeva una completa libertà di transito e di commercio
fra i due comuni e favorì il lento, ma sicuro sviluppo economico di
Castelfidardo nella seconda metà del Cinquecento. Definito come il
secolo del Rinascimento e, quindi, di espansione della cultura e delle
attività economiche, fu ancora una volta un periodo di grande difficoltà
per la comunità castellana che dovette subire il continuo passaggio,
sul proprio territorio, di eserciti che razziavano cibi e vettovaglie ed
imponevano onerosi balzelli, determinando così una forte crisi
economica. Nel contempo, però, furono anche codificati regolamenti e
leggi tradotti nella pubblicazione Statutorum Ecclesiasticae Terrae
Castri Fidardi Volumen (1588, stampata a Macerata): essi regolavano la
vita del comune in tutti i suoi aspetti civili e religiosi. Sul cadere
del secolo XVI Castelfidardo era tra le terre più fiorenti della
regione, soprattutto per l’attività dei tessitori e degli stracciari.
XVII
SECOLO
Il
Seicento non fu per la città un periodo così brillante come faceva
presagire la dinamica attività del secolo precedente. Fu caratterizzato
da un decadimento politico ed economico dovuto in gran parte al sempre
maggiore influsso che l’amministrazione della Santa Casa di Loreto
esercitava sul territorio castellano, controllando gran parte dei
terreni agricoli e, soprattutto, la proprietà e la gestione degli
importanti mulini del vallato. Tuttavia la popolazione residente registrò
un forte incremento demografico e si infittirono le costruzioni nei
pressi delle due porte più importanti. Sorsero le “casine” (oggi
“cascine”), poco fuori della porta del Cassero, ed il “borgo”
(attuale borgo Cialdini).
XVIII
SECOLO
Il
Settecento rappresentò il vero e proprio inizio dell’era moderna:
economia, prevalentemente agricola, in forte espansione ed un notevole
sviluppo urbanistico che non ha riscontro nei secoli precedenti. Prese
campo la febbre del nuovo, sia tra i numerosi ordini religiosi (per
quanto attiene ai beni ecclesiastici) che tra la nuova e
vecchia nobiltà.
Quest’ultima diede un forte impulso all’urbanistica civile e
religiosa attraverso la costruzione o il rifacimento di quasi tutte le
chiese e gli edifici di maggior pregio che possono essere ammirati
ancora oggi.
XIX
SECOLO
Il
potere temporale del Papa, se non rifulse per la concessione delle tanto
conclamate libertà, portò però un certo ordine ed un allargato
benessere alla popolazione castellana, che superò i 5.000 abitanti all’inizio
dell’Ottocento. E’ in questo secolo che Castelfidardo ebbe la sua
consacrazione storica in campo nazionale.
Il 18 settembre 1860, quasi a conclusione delle battaglie
risorgimentali, si combatté la
battaglia di Castelfidardo, scontro decisivo tra le truppe
pontificie e quelle del IV corpo d’armata piemontese guidate dal
generale Cialdini.
La sconfitta dei Pontifici determinò l’annessione
dell’Umbria e delle Marche al Regno di Sardegna prima ed al Regno d’Italia
poi.
Verso la metà del XIX secolo ebbe origine, grazie all’operosità ed
all’ingegno di Paolo Soprani, l’attività di costruzione delle fisarmoniche
che trasformerà l’economia di Castelfidardo e di altri centri vicini,
sino ad allora prevalentemente agricola, in una vera e propria economia
industriale.
XX
SECOLO
La
comunità locale trasse enorme
beneficio economico dall’industria della fisarmonica e si
espanse notevolmente portando i residenti ai 17.000 abitanti di
oggi.
Nel 1988 ottenne il titolo di “città” per i suoi meriti . A quella
più tradizionale, si è affiancata l’industria di avanguardia con
aziende leader a livello mondiale nell’ambito dell’elettronica,
degli strumenti musicali, della produzione di oggettistica e design. |